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#16

Spider-Girl

Parte 1

 

di Fabio Furlanetto

 

 

New York City

Ti risvegli su una superficie e ti senti come se avessi battuto la testa contro un muro. Ed in effetti è quasi così: quando ti alzi, noti che sul cemento hai lasciato un’impronta con la forma dei tuoi zigomi.

Ti alzi in piedi barcollando, controllando che non ci sia nessuno. E’ un bene che sia così perché il tuo costume è a brandelli, e non vorresti certo che degli sconosciuti ti vedessero così.

Anche il Tallus al tuo polso è distrutto; non solo, ad occhio non tutti i pezzi ti hanno seguita nel viaggio quindi chissà dove e quando possono essere.

Ti copri l’indispensabile con la ragnatela; per quanto sia scomodo è sempre meglio dell’alternativa.

Noti ben presto un giornale abbandonato a terra. Già una prima occhiata alla prima pagina ti fa capire che qualcosa non va, a meno che qualcuno non abbia rieletto il Presidente di dieci anni fa.

Eppure la data è chiara: sei nel passato. Un tempo questa rivelazione sarebbe stata devastante, ma hai viaggiato quanto basta con gli Exiles da esserci quasi abituata.

“Tipica fortuna dei Parker. E adesso cosa faccio? Non posso tornare a casa e spiegare a papà perché sua figlia ha sedici anni invece di tre. Ora che ci penso, non posso neanche fargli sapere che sua figlia è Spider-Girl o chissà che disastri temporali potrei causare. Avrò bisogno di Reed Richards per tornare a casa…ma non posso certo andare dai Fantastici Quattro conciata così. E tutti i miei amici o portano ancora i pannolini o non sanno neanche chi sia. Che faccio adesso?”

Ti chiami May “Mayday” Parker. Sei Spider-Girl, la figlia dell’Uomo Ragno.

E sei seminuda in un vicolo, sperduta nel passato.

 

Xavier Institute for Higher Learning

Questa è una scuola diversa da tutte le altre della nazione. Questa è da anni la base operativa degli X-Men, del resto, per non parlare di altri gruppi meno conosciuti ma altrettanto valorosi. Gli eroi in costume decisamente non sono una cosa rara qui.

E’ piuttosto strano però che un eroe si presenti suonando il campanello.

O almeno ci prova: quando il dito è ad un centimetro dal pulsante, una voce femminile esclama:

-Porca miseria. Sei l’Uomo Ragno!

L’arrampicamuri alza lo sguardo: sopra il cancello c’è un’adolescente bionda, seduta a gambe incrociate su una nuvola bianca.

-Ciao; gli X-Men sono in casa?

-S-sì, sì ci sono – risponde emozionata la ragazza.

-Grazie, non si sa mai con questi gruppi. Andiamo a fargli visita?

La ragazza annuisce, alzando la nuvola di diversi metri. L’Uomo Ragno la segue prima con un salto da fermo da quattro metri, per poi agganciare la ragnatela alla nuvola. Quando la nuvola si muove verso la Scuola, con un’acrobazia che farebbe venire la nausea a qualsiasi acrobata l’Uomo Ragno si posiziona in cima alla nuvola a fianco della ragazza.

-Grazie, sembro ridicolo a camminare con questa calzamaglia. Come ti chiami?

-Abby, voglio dire Cloud-9.

-Bel potere; mi farebbe comodo a New York, risparmierei un bel po’ in fluido per ragnatele e con tutto quello smog mi muoverei praticamente in incognito.

-Mi…mi firmi un autografo?

 

Qualche minuto dopo, qualcuno bussa all’ufficio del preside.

-Avanti – risponde Hank McCoy alias la Bestia, alzando lo sguardo dai fogli di carta che tiene in mano. L’Uomo Ragno entra dalla porta, senza essere particolarmente colpito dal fatto che Hank è a testa in giù con i piedi sul lampadario.

-Hank – lo saluta, dirigendosi con calma verso la parete e scalandola fino a posizionarsi a testa in giù con i piedi aderenti al soffitto.

-Spidey.

-Bella cravatta.

-Il difficile è non farmela cadere in faccia – risponde la Bestia, cercando di rimettersi un po’ in sesto un doppiopetto pensato per chi cammina sul pavimento.

-Immagino di doverti fare i complimenti per l’avanzamento di carriera. Mi, uhm, mi dispiace per Xavier.

-Sei molto gentile.

-Come sta Ciclope?

-Scott… è complicato. Sta bene, ma non siamo in ottimi rapporti ultimamente; se non ti dispiace lascerei perdere l’argomento.

-No problem – risponde l’Uomo Ragno; certo la cosa sarebbe stata più semplice, dato che Ciclope conosce la sua identità segreta.

-Del resto questa non è una visita di cortesia, vero?

-Quando mai ci vediamo per visite di cortesia?

-Giusto. Sei venuto ad avvisarci di qualche minaccia mutante o stai cercando un posto come insegnante?

-Beh, a dire la verità…avrei bisogno che tu mi faccia un favore. Non come preside o come X-Man, ma come biochimico e genetista.

Dalla cintura l’Uomo Ragno estrae un piccolo fazzoletto sporco di sangue, e lo porge allo scienziato dal pelo blu.

-Vorrei sapere se la persona a cui appartiene questo sangue è un mutante. E vorrei che tu non immettessi nessuna informazione derivante da quel campione in nessun database. Una cosa confidenziale, capisci.

-Uhm. Posso chiederti perché dev’essere confidenziale?

-E’ una cosa da identità segreta.

La Bestia riflette per qualche secondo prima di rispondere. Non gli piace dover gestire una cosa del genere in segreto, come se essere mutanti fosse una vergogna da nascondere, ma conosce l’Uomo Ragno da tanti anni.

-D’accordo. Torna tra una settimana e ti farò sapere.

-Una settimana? Non puoi usare Cerebro?

-Potrei farlo se tu avessi portato qui la persona interessata. E non posso usare nessuna delle nostre macchine più avanzate perché sono tutte collegate al database centrale…farò prima a condurre un’analisi alla vecchia maniera che a riprogrammarle.

-Capisco. Lo apprezzo molto, Hank, davvero.

-Questo ed altro per l’Amichevole Uomo Ragno di Quartiere.

-Bel tentativo, ma funziona solo quando lo dico io.

 

Quella sera, un appartamento di New York City

Phil Urich esce dall’ascensore, felice di essere sopravvissuto fino alla fine della giornata. Non è certo semplice farsi una carriera al Daily Bugle quando tuo zio è uno dei giornalisti più in gamba ad aver mai lavorato nel settore e tu sei un imbranato cronico.

Apre la porta di casa e cerca di accendere la luce: una ragnatela glielo impedisce, però, bloccandogli il braccio contro la parete.

Phil sta per lasciarsi scappare un urlo di sorpresa, ma una mano gli tappa la bocca: una mano di qualcuno che sta aderendo alla parete, proprio sopra la porta.

-Sei Phil Urich? – chiede una voce sconosciuta. Phil annuisce.

-Chiudi la porta. Nonostante quello che può sembrare non voglio farti del male.

Phil chiude la porta, ed una mano dalla forza sovrumana lo libera dalla ragnatela. Il suo primo istinto è di accendere la luce.

Scopre così che la voce appartiene ad una ragazza mascherata da un passamontagna, che indossa una delle sue tute da ginnastica ed i pantaloni di una calzamaglia blu.

-Sei Aracne?

La domanda coglie evidentemente di sorpresa May, che pensa:

“Oddio, e chi sarebbe? Una vecchia super-eroina di questo periodo? Potrei rispondere di sì, ma se fosse una domanda a trabocchetto? Tipo, se fosse un’eroina nera morta da cinque anni?”

-Sono Spider…ette – risponde May, sperando che la pausa nella risposta non sia troppo evidente. Dopotutto si è inventata il nome sul momento. Forse farsi chiamare Spider-Girl non sarebbe un problema, ma meglio non rischiare.

-Spiderette. Mai sentita nominare.

-Provengo da un universo alternativo.

-L’universo MUSA, giusto? Quello del portale di qualche settimana fa?

-Perché no? Voglio dire, sì proprio quello. Sono rimasta bloccata qui ed ho bisogno di qualcuno che mi nasconda per un po’. E so di potermi fidare di te…Goblin.

-Che cosa…come fai a…ah, ho capito – sorride Phil, appoggiando una mano sulla sua spalla ed avvicinandosi.

-Nel tuo universo non ho mai smesso di essere Goblin e siamo una giovane coppia di super-eroi.

-NO – si sbriga a rispondere May, allontantanandosi con una velocità sovrumana – Ci conosciamo nel mio universo, è vero, ma per me sei una specie di fratello maggiore. Molto, molto, molto maggiore.

-Oh. Beh, fa’ come se fossi a casa tua. Tieni pure il maglione  – risponde Phil, evidentemente deluso dal fatto che May non sia minimamente interessata. Ovviamente non sa né che lei ha sedici anni né che per lei è sempre stato Zio Phil.

“Te lo restituirò quando sarò sicura che non potrai vedere quello che resta del simbolo dell’Uomo Ragno” pensa May “non penso che riusciresti a tenere il segreto per tredici anni”.

 

Ore dopo

E’ notte fonda e May sta fissando il soffitto. Non è solo per colpa del russare di Phil che sta dormendo sul divano.

La sua mente si rifiuta di spegnersi. Pensa agli Exiles, chiedendosi se stiano bene nelle rispettive linee temporali. Pensa a quanto tempo passerà prima di rivederli, se si rivedranno mai. Soprattutto Bucky. Pensa ai suoi amici che non vede da tempo. Pensa ai suoi genitori.

Rivedere la faccia amica di zio Phil non le è servito tanto quanto sperava.

Quando il tuo corpo è più veloce a recuperare le energie di quello di un normale essere umano ed hai un milione di pensieri per la testa, c’è solo una cosa da fare se sei la figlia dell’Uomo Ragno.

Puoi solo saltare fuori dalla finestra.

 

Ritrovarsi nel passato recente è una cosa strana. Tutto sembra così simile al presente, ma se si guarda bene si notano tutte le discrepanze del caso.

Cartelloni pubblicitari che mostrano attori più giovani di quanto tu ricordi. Autoradio che suonano pezzi appena usciti di cui hai già sentito tre cover. Vecchi palazzi sconosciuti di fianco a case nuove di zecca che ricordi di aver visto per anni.

Non è la prima volta in cui viaggi indietro nel tempo, ma trovarsi negli anni 40 con gli Exiles era tutt’altra cosa. Quello era quasi un mondo alieno. Ora è come essere a casa, ma qualcosa ti ricorda costantemente che non ci sei veramente tornata.

Ti muovi per la città più per istinto che con una meta vera e propria. Anche se avessi una destinazione precisa non potresti seguire la solita ronda, costretta come sei a saltare tra un tetto e l’altro invece di lanciarti tra i grattacieli: è rimasto così poco fluido per ragnatela che hai preferito lasciare i lanciaragnatele nascosti a casa di zio Phil.

Un piano inizia a formarsi nella tua testa. Per prima cosa domattina andrai dai Fantastici Quattro per chiedere a Reed Richards di riportarti a casa: sei abbastanza sicura che abbia una macchina del tempo. Poi inizi a porti tutti i problemi del caso. Sei una Parker, del resto.

Richards sarà disposto a rimandarti a casa? Avrà solo la tua parola per sapere che provieni dal futuro. Ma da quale futuro, poi? Ci sono così tante realtà alternative, ed una Exile dovrebbe saperlo.

Forse avrà i mezzi per stabilire da dove…da quando provieni, ma anche se fosse darà comunque un passaggio alla prima super-eroina che si presenta? Dovresti dirgli il tuo vero nome? Non riesci a ricordarti se in quest’epoca conosceva o meno l’identità dell’Uomo Ragno. A ripensarci, non ricordi nemmeno se lo sa nel presente. Probabilmente ti preoccupi troppo. Sei una Parker.

Una cosa è certa: non ti presenterai a casa di quattro degli eroi più grandi della storia né indossando un costume a brandelli né una tuta da ginnastica di due taglie più grande.

 

Zio Phil probabilmente non si accorgerà neanche dei soldi spariti. Chissà la sua sorpresa quando nel futuro glieli ridarai con gli interessi.

Non sei esattamente fiera di esserti intrufolata nel negozio più di quanto tu lo sia dell’aver rubato, per quanto cerchi di razionalizzare la cosa. Tuo padre non approverebbe di certo, ma che tu sappia tuo padre non si è mai perso nel tempo.

-C’è qualcuno qui? – chiede una voce. Una voce che non riconosci, ma non ha importanza: sai che non può significare niente di buono. Niente significa qualcosa di buono ultimamente, in effetti.

Ti affretti ad indossare la tuta in spandex e saltare, aderendo al soffitto sperando di non essere scoperta.

 

La luce di una torcia illumina il punto in cui ti trovavi un secondo prima. La torcia ha una strana forma, simile a quella di una pistola, ma l’uomo che la impugna è ancora più strano: indossa un costume bianco e viola che non riconosci.

-Avanti, fatevi sotto! Avete paura del mio Raggio Astrale, vero?

La tua prima idea è che si tratti di un super-criminale. Difficilmente si è intrufolato nel negozio a quest’ora per dei buoni motivi, ma del resto lo hai anche fatto tu.

Il tizio non ne vuole sapere di andarsene. Non solo, ben presto si accorge della tuta da ginnastica di zio Phil che hai lasciato per terra…che sta iniziando a brillare.

“Il Tallus! Avevo in tasca i suoi ultimi frammenti!” pensi mentre il criminale raccoglie l’abito da terra.

-Mi scusi, ma non credo sia della sua taglia – dici per attirare la sua attenzione. L’uomo dirige verso il soffitto il suo raggio, e tu riesci ad evitarlo muovendoti con l’agilità proporzionale di un ragno.

Quando scendi a terra lui si muove molto, molto più rapidamente di quanto ti aspettavi e ti colpisce in pieno con il raggio.

-Ah! Assaggia la piena potenza del mio Raggio Astrale!

Il raggio ti sta illuminando, in effetti, ma non senti nessun altro effetto. Tutto quello a cui stai facendo caso è la luce pulsante del Tallus, ben visibile dalla tasca della tuta.

-Sembra che il tuo raggio non stia facendo niente. Che ne dici di spiegarmi che cosa ci fai qui a quest’ora, mister…

-Norton G. Fester, L’Uomo Meteora. Ma presto il mondo mi conoscerà come l’uomo che ha ucciso…uhm…

-Spiderette.

-L’uomo che ha ucciso Spiderette! Mi è sufficiente impostare il Raggio Astrale alla potenza massima!

L’uomo gira una manopola sulla pistola, la punta verso di te…e la luce della pistola si spegne. Devi aver trovato il super-criminale più imbranato di quest’epoca.

-Senti, è abbastanza chiaro che non hai idea di cosa stai facendo. Perché non te ne torni a casa e dimentichiamo quello che è successo? Voglio dire, solo perché abbiamo entrambi un costume non vuol dire che dobbiamo combattere.

Ti avvicini all’Uomo Meteora, allungando una mano per poter recuperare i frammenti del Tallus. Senti pizzicare il Senso di Ragno e ti prepari ad allontanarti, ma quell’uomo è molto più veloce di quanto dovrebbe essere e ti afferra il polso.

-No! Non ti lascerò rubare il mio Raggio Astrale!

Con un solo movimento del braccio non solo l’Uomo Meteora ti scaglia via come se tu non pesassi niente, ma ti fa anche sfasciare una finestra ed atterrare in mezzo alla strada.

Tuo padre non sarebbe per nulla contento: hai perso il conto delle volte in cui si è raccomandato di non attaccare mai a testa bassa un nemico che non conosci.

L’Uomo Meteora esce dal negozio abbattendo un muro. Una cosa l’hai capita: questo tizio è forte.

Tiene in mano i frammenti del Tallus, lasciandosi alle spalle la tuta da ginnastica stracciata.

-Questo che cos’è? Un minerale alieno con cui cercavi di sconfiggermi?

Il tuo Senso di Ragno inizia a pizzicare, ma non è il pizzicore suscitato da un super-criminale da quattro soldi come questo. Questa è roba seria.

-Mi piace – sorride l’Uomo Meteora, i cui occhi si illuminano di energia.

Ed ancora prima del Senso di Ragno tu sai già che tra poco sentirai molto, molto male.

 

Lo spettacolare e stupefacente Uomo Ragno sta camminando avanti e indietro sulle finestre del grattacielo da diversi minuti, tutti impiegati a rimuginare sulla decisione presa nel mattino.

“Non avrei dovuto dare il campione alla Bestia. In fondo che importanza avrebbe se May fosse una mutante? Anche se fosse nata con otto braccia non avrebbe fatto differenza. Tranne che per trovarle dei vestiti, forse. E se fosse davvero una mutante? Chissà che poteri potrebbe sviluppare, non lo sapremmo fino all’adolescenza. Dovrei dirle che è una mutante? Tanto prima o poi lo scoprirebbe comunque. Ma lo scoprirei comunque anche io, perché voglio saperlo in anticipo? Perché non c’è mai un attacco di un super-criminale quando soffro di insonnia?”

In risposta a questa domanda, qualcosa esplode a meno di un quartiere di distanza. Sotto la maschera, l’Uomo Ragno sorride.

-Adoro questa città.

 

Il tuo cervello sta pulsando come un martello pneumatico. Fai fatica a mantenere l’equilibrio quando ti alzi in piedi; se tu fossi una ragazza normale ora saresti in fin di vita, ma è difficile esserne grati quando le orecchie fischiano ancora.

-Questo metallo è incredibile! – si vanta l’Uomo Meteora, ma tu non puoi ancora sentirlo.

Ora che ti stai riprendendo, inizi a ricordare: eri vicina ad una macchina, che è esplosa quando gli occhi dell’Uomo Meteora si sono illuminati.

Così quando vedi di nuovo quel bagliore non aspetti certo il Senso di Ragno: scatti all’istante, precedendo l’esplosione che fa saltare per aria l’asfalto. Perché diavolo hai lasciato i lanciaragnatele a casa di zio Phil? Se tu li avessi con te potresti lanciare una ragnatela per rubargli di mano i frammenti del Tallus.

-Spiacente, ma “Incredibile” è un grosso tizio verde con i pantaloni viola; sai com’è, noi buoni ci teniamo agli aggettivi. Tutto bene, ragazza?

Sia tu che l’Uomo Meteora restate senza parole per l’arrivo inaspettato dell’Uomo Ragno.

-Attento! – lo avverti.

-Ridammi il mio metallo!

 

I due sensi di ragno pizzicano all’unisono; sia tu che tuo padre vi mettete in salvo saltando in direzioni opposte per evitare di essere colpiti dal cemento che è appena esploso.

Mentre tu ti limiti a metterti al sicuro e pensare alla prossima mossa, l’Uomo Ragno ha già approfittato dello slancio per posizionarsi alle spalle dell’Uomo Meteora.

In qualche modo ti senti in colpa per non essere stata altrettanto pronta di riflessi, ma cambi atteggiamento quando ti accorgi che il senso di ragno sta ancora pizzicando.

Non può essere per colpa dell’Uomo Meteora: al momento non  sembra nemmeno un pericolo per tuo padre, che sta rimbalzando a destra e a manca facendo battute.

-Che ci facevi qui, Norton, rapinavi una boutique? Lo so che quel costume è orribile, ma vestirti da donna mi sembra un po’ esagerato.

-Stupido zoticone! Sto raccogliendo fondi per le mie ricerche!

-Credevo avessero dato per disperso il tuo cervello anni fa.

Con quest’ultima battuta l’Uomo Ragno colpisce il proprio avversario con un pugno dritto alla mascella…e poi indietreggia per massaggiarsi la mano.

-Ouch! Guarda che non è questo che diceva il copione…tu dovevi cadere a terra dopo aver detto qualcosa di pateticamente divertente. Da quando sei così forte?

-Non ti permetterò di rivelare i miei segreti! – protesta l’Uomo Meteora, caricando verso l’Uomo Ragno cercando di colpirlo

 

Mentre osservi la lotta, ti rendi conto rapidamente di due cose: primo, a questo Uomo Meteora manca qualche rotella. Secondo, non è lui a scatenare il senso di ragno, è il metallo luminoso che tuo padre sta custodendo in uno zaino di ragnatela sulle spalle.

Perché tuo padre non si è accorto del pericolo? Forse è troppo distratto dal pericolo rappresentato dal suo avversario; non è la prima volta in cui sospetti che il tuo senso di ragno sia un po’ più sensibile del suo.

-Hey, Spandex Girl, che ne dici di darmi una mano qui? Per essere un perdente che non ha finito le elementari, questo tizio è abbastanza tosto.

Sei un po’ imbarazzata, ma ti rendi conto che finora sei solo stata a guardare senza alzare un dito. Ed ora che il metallo sta brillando come non mai, decidi che forse devi veramente fare qualcosa.

 

Non ti sei ancora fatto un’idea di chi sia la ragazza né se abbia qualcosa a che fare o meno con questo idiota; non ha cercato di aiutarlo né si è data alla fuga, però.

Forse una nuova super-eroina? Che cos’ha di tanto speciale New York da dare i natali a così tanti aspiranti eroi? Perché quando eri un super-adolescente tutte le donne con poteri avevano più di trent’anni? Forse è un bene, considerando quanto ti hanno messo nei guai le ragazze normali.

Ma stai divagando. Torniamo al buon Fester: come stenderlo questa volta? E’ troppo forte per la ragnatela e non sei riuscito a stenderlo a pugni.

La ragazza si avvicina, ma invece di dirigersi verso il cretino sta venendo dritta verso di te…oh bene, non mi stavo già divertendo abbastanza, ti serviva proprio un altro avversario.

Cerchi di metterla fuori gioco con la ragnatela, ma lei si scansa appena in tempo. E’ veloce, anche più veloce di te: mentre tu esegui un salto mortale per evitare un pugno di Fester, lei si posiziona tra voi due e ti strappa dalla schiena lo zaino di ragnatela.

Bene, non solo è veloce come te ma deve essere anche altrettanto forte per fare una cosa del genere; non solo, il tuo tentativo di bloccarle una gamba con la ragnatela va a vuoto. Cos’è, c’è stata una svendita di senso di ragno ultimamente?

 

Puoi sentire il calore del Tallus anche attraverso la ragnatela. Ti piacerebbe pensare che stia per attivarsi e riportarti a casa, ma l’emicrania che ti sta causando ti fa pensare che stia per succedere qualcosa di molto peggio.

Il metallo è diventato incandescente. Resisti al dolore ancora per un secondo di più, anche se senti la pelle delle mani che brucia, e poi lo lanci verso l’alto. Corri più veloce che puoi sulla parete del palazzo, dandoti il massimo slancio possibile; quando sei sul tetto, afferri il Tallus che ricade e fai un salto di almeno una decina di metri.

Lanci il Tallus con tutta la forza che hai, e l’ultima reliquia della tua avventura con gli Exiles esplode.

 

Hai immobilizzato l’Uomo Meteora con almeno due cartucce intere di fluido per ragnatele, quando inizi finalmente a notare che il pizzicore alla base del collo non è scomparso.

C’è un boato assordante nell’aria: qualcosa è appena esploso sopra la tua testa. Puoi vedere chiaramente la ragazza mascherata a poca distanza dall’esplosione; più precisamente, puoi vederla rimbalzare sul cornicione e precipitare a terra.

-Il mio metallo! – si lamenta l’Uomo Meteora, ma non ha importanza adesso: ora c’è un’altra priorità.

Senza pensarci due volte corri verso di lei e la afferri al volo, evitando che si sfracelli al suolo. Una persona normale si sarebbe rotta l’osso del collo colpendo quel cornicione con una forza simile, ma lei sta ancora respirando.

-Stai bene? Lo so che è una domanda scema ma…

-Uomo…Meteora…

Già, che fine ha fatto? La ragnatela giace a terra, spezzata, e di Norton G. Fester non si vede traccia…figurarsi se quello non se la dava a gambe alla prima occasione.

-Lui non è importante adesso. Ti porto in ospedale.

-No…niente ospedale – protesta la ragazza, cercando di rimettersi in piedi da sola – Ho solo bisogno di riposarmi un po’, pa… cioè Pe…Peter…

La ragazza ti sviene tra le braccia. Le sirene della polizia si stanno avvicinando e tu ti ritrovi a) senza criminale b) senza refurtiva, se quell’imbranato è riuscito a rubare qualcosa c) una ragazza a dir poco sospetta che d) forse conosce la tua identità segreta.

Non c’è che dire, davvero una gran bella serata.

 

Norton G. Fester si nasconde dentro l’impermeabile, cercando di passare inosservato. Il colpo non è andato a segno ed il Raggio Astrale ha bisogno di essere riparato, ma tutto sommato non è andata male. E’ riuscito a suonarle sia all’Uomo Ragno che a Spiderette, per esempio.

Sì, tutto sommato ha dei buoni motivi per sorridere.

Specialmente quando guarda il frammento di metallo nelle sue mani, davvero non può smettere di sorridere.

 

CONTINUA

 

Note

Come si addice ad una storia con viaggio nel tempo, la collocazione in continuity è un po’ particolare:

Per Spider-Girl, dopo Exiles MIT #14

Per la Bestia, prima di Young X-Men MIT #7

Per l’Uomo Ragno, dopo Uomo Ragno MIT #76